Può un panda diventare un campione di kung fu? Sembrerebbe proprio di sì, dopo aver visto l’ultima pellicola degli instancabili maestri della Dreamworks: “Kung FU Panda”.
Po è un panda goffo, dall'alito letale, che sogna di diventare un Maestro di arti marziali. Così si candida per il ruolo di «drago-guerriero», l'unico capace di fermare la cattivissima tigre Tai-Lung, che vuole vendicarsi dopo vent'anni di prigionia. Questa la trama essenziale della pellicola diretta da John Stevenson e Mark Osborne, attorno alla quale ci sono mille spunti che rendono la storia interessante e divertente.
Innanzitutto il giovane panda ha per padre Ping, un papero, che gestisce un piccolo ristorante la cui specialità sono i noodles cucinati secondo una ricetta segreta e che lascerà in eredità al figlio. Per realizzare il sogno di diventare Guerriero Dragon, Po viene associato alla scuola del Maestro Shifu. Ha così modo di incontrare i suoi idoli, i Furious Five: Tigress, Crane, Mantis, Viper e Monkey . Nella prima parte del film le prove che Po deve affondare, non sembrano deporre a suo favore della necessità di desistere, ma il Maestro Shifu (una nuova versione di Yoda) riuscirà a fargli superare le prime difficoltà facendo leva sul suo punto debole.
Se del pesciolino Nemo inteneriva la penna atrofica, nel goffo Po si può identificare qualsiasi bambino, che ha un desiderio per il quale si sente inadeguato. La passione lo porta lontano dal suo naturale destino e dalla famiglia. Il centro del suo mondo improvvisamente cambia e di conseguenza anche la prospettiva della vita.
A dar voce ai disegni nella versione americana sono come sempre grandi nomi holywoodiani: Jack Black doppia Po, Dustin Hoffman è Shifu, maestro di kung fu, Angelina Jolie la tigre, Jackie Chan la scimmia, Lucy Liu la vipera, Ian McShane Tai-Lung. La versione italiana si avvale delle corde volaci di Fabio Volo per il panda protagonista.
Un film bello fin dai primi fotogrammi, con la rilettura del logo della Dreamworks, che riconferma la creatività dei produttori americani. Da vedere dall’inizio alla fine, per ammirare la bellezza delle immagini.
Poi, come insegna la saggia tartaruga, se il futuro è un mistero, il presente va considerato come un dono.
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